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Trekking sotto al sole: proteggersi da bruciature e colpi di calore

due ragazzi che stanno facendo trekking sotto al sole

Il trekking sotto il sole estivo rappresenta una delle esperienze più gratificanti per gli amanti della montagna e dei sentieri, ma richiede una preparazione particolare per affrontare in sicurezza le sfide che temperature elevate e raggi solari intensi possono presentare. Comprendere come il nostro corpo reagisce al calore e ai raggi UV è fondamentale per trasformare ogni escursione in un’avventura sicura e piacevole.

Comprendere i rischi del sole in montagna

Quando ci spostiamo in quota, la radiazione solare diventa progressivamente più intensa. Questo fenomeno avviene perché l’atmosfera si assottiglia con l’altitudine, riducendo la sua capacità di filtrare i raggi ultravioletti. Per ogni 1000 metri di altitudine, l’intensità dei raggi UV aumenta del 10-15%. Immaginate l’atmosfera come un filtro naturale che si indebolisce man mano che saliamo: a 2000 metri di altitudine, riceveremo circa il 25% di radiazioni UV in più rispetto al livello del mare.

La situazione diventa ancora più complessa quando consideriamo il fenomeno della riflessione. La neve può riflettere fino al 90% dei raggi UV, mentre l’erba e il terreno nudo riflettono solo il 10-25%. Questo significa che durante un’escursione su nevai o ghiacciai, il nostro corpo riceve radiazioni sia dall’alto che dal basso, creando un effetto di “doppia esposizione” che può causare scottature particolarmente severe.

Riconoscere i segnali del corpo

Il nostro organismo ha sviluppato diversi meccanismi di difesa contro il calore eccessivo, ma è importante imparare a riconoscere quando questi sistemi iniziano a essere sovraccaricati. I primi segnali di stress termico includono sudorazione abbondante, sete intensa e una sensazione di affaticamento che sembra sproporzionata rispetto allo sforzo sostenuto.

La disidratazione rappresenta il primo stadio di un problema che può evolvere rapidamente. Quando il corpo perde liquidi attraverso la sudorazione senza un adeguato reintegro, la temperatura corporea inizia a salire. Questo processo può essere paragonato a un motore che si surriscalda quando il liquido di raffreddamento è insufficiente: inizialmente il sistema compensa, ma presto raggiunge un punto critico.

Il colpo di calore si manifesta quando la temperatura corporea supera i 40°C e il sistema di termoregolazione naturale fallisce. I sintomi includono confusione mentale, nausea, vomito, pelle calda e secca, e nei casi più gravi, perdita di coscienza. Riconoscere questi segnali tempestivamente può letteralmente salvare la vita.

Strategie di protezione solare

La protezione della pelle durante il trekking estivo richiede un approccio multistrato che combina abbigliamento tecnico, creme solari e comportamenti intelligenti. Pensate alla protezione solare come a un sistema di difesa composto da più barriere successive.

L’abbigliamento rappresenta la prima e più efficace linea di difesa. I tessuti tecnici con protezione UV hanno la capacità di bloccare i raggi solari mantenendo al contempo la traspirazione. Un tessuto con fattore di protezione UV 50+ blocca il 98% dei raggi ultravioletti. Scegliete capi di colore chiaro, che riflettono il calore, e con maniche lunghe per proteggere braccia e spalle durante le ore di maggiore esposizione.

Il cappello merita una considerazione particolare: un modello con visiera ampia e paracollo può proteggere viso, orecchie e nuca, zone spesso trascurate ma estremamente vulnerabili alle scottature. Gli occhiali da sole con protezione UV400 sono indispensabili, specialmente in quota dove la luce riflessa può causare danni permanenti alla retina.

La crema solare va applicata generosamente 30 minuti prima dell’esposizione e riapplicata ogni 2 ore, o più frequentemente se si suda molto. Utilizzate un fattore di protezione di almeno 30, ma considerate il 50+ per escursioni in alta quota. Non dimenticate zone come le orecchie, il naso, le labbra e il dorso delle mani, che sono particolarmente esposte durante il trekking.

Gestione dell’idratazione e termoregolazione

L’idratazione durante il trekking estivo non si limita al semplice bere acqua quando si ha sete. Il nostro corpo inizia a disidratarsi prima che il senso di sete si manifesti, rendendo necessario un approccio proattivo al reintegro dei liquidi.

Un escursionista medio dovrebbe consumare circa 150-250ml di acqua ogni 15-20 minuti di attività sotto il sole. Questo ritmo può sembrare eccessivo, ma considerate che durante un’escursione estiva possiamo perdere fino a 2-3 litri di liquidi ogni ora attraverso la sudorazione e la respirazione. L’acqua da sola, tuttavia, non è sufficiente: durante la sudorazione perdiamo anche sali minerali essenziali che devono essere reintegrati.

Le bevande isotoniche o l’aggiunta di sali minerali all’acqua aiutano a mantenere l’equilibrio elettrolitico. Una soluzione fatta in casa può essere preparata mescolando un pizzico di sale e un cucchiaino di zucchero in un litro d’acqua. Evitate bevande alcoliche e caffeinate, che hanno un effetto diuretico e possono accelerare la disidratazione.

La temperatura delle bevande gioca un ruolo importante: l’acqua fresca (non ghiacciata) viene assorbita più rapidamente dall’organismo e contribuisce al raffreddamento corporeo. Utilizzate borracce termiche per mantenere l’acqua a temperatura ottimale durante tutta l’escursione.

Pianificazione intelligente del percorso

La pianificazione di un’escursione estiva richiede di considerare non solo la difficoltà tecnica del percorso, ma anche le condizioni climatiche e i tempi di esposizione solare. Le ore più calde della giornata, generalmente tra le 11:00 e le 16:00, dovrebbero coincidere con soste all’ombra o in rifugio, quando possibile.

Programmate partenze molto mattutine, idealmente alle prime luci dell’alba, quando le temperature sono più fresche e l’aria è spesso più stabile. Questo approccio vi permetterà di completare la parte più impegnativa del percorso prima che il sole raggiunga la massima intensità. Durante le ore centrali della giornata, cercate riparo in aree ombreggiate o pianificate una sosta prolungata in rifugio.

Studiate attentamente il percorso per individuare fonti d’acqua affidabili e punti di ombra naturale. Rocce sporgenti, boschi fitti e versanti esposti a nord offrono riparo prezioso durante le ore più calde. Ricordate che l’ombra in montagna può essere ingannevole: anche all’ombra, i raggi UV riflessi possono causare scottature.

Alimentazione e integrazione

L’alimentazione durante il trekking estivo deve sostenere non solo lo sforzo fisico, ma anche aiutare il corpo a gestire lo stress termico. I cibi ricchi di acqua, come frutta fresca e verdure, contribuiscono all’idratazione e forniscono vitamine antiossidanti che aiutano a proteggere la pelle dai danni UV.

Evitate pasti abbondanti e pesanti durante le ore più calde, che richiederebbero energia extra per la digestione, sottraendola al sistema di termoregolazione. Preferite spuntini frequenti e leggeri: frutta secca, barrette energetiche, frutta fresca e crackers integrali forniscono energia costante senza appesantire l’organismo.

Il sale perso attraverso la sudorazione può essere reintegrato naturalmente attraverso alimenti salati come crackers, noci salate o formaggio stagionato. Tuttavia, fate attenzione a non esagerare: un eccesso di sale può aumentare la sete e richiedere maggiore idratazione.

Segnali di allarme e primo soccorso

Riconoscere tempestivamente i segnali di stress termico può prevenire l’evoluzione verso condizioni pericolose. I crampi muscolari, spesso i primi sintomi di squilibrio elettrolitico, richiedono una sosta immediata, idratazione con liquidi salini e massaggio delicato dei muscoli interessati.

L’esaurimento da calore si manifesta con sudorazione profusa, debolezza, nausea, mal di testa e sensazione di svenimento. In questo caso, è necessario cercare immediatamente ombra o riparo, rimuovere indumenti in eccesso, applicare panni freschi e umidi su fronte, collo e polsi, e bere piccoli sorsi di acqua fresca.

Il colpo di calore rappresenta un’emergenza medica che richiede intervento immediato. La persona colpita deve essere raffreddata rapidamente attraverso impacchi freddi, ventilazione e, se cosciente, piccoli sorsi di acqua. È fondamentale attivare i soccorsi il prima possibile, poiché il colpo di calore può causare danni permanenti o essere fatale.

Tecniche di raffreddamento in emergenza

Durante un’escursione, le opzioni per il raffreddamento rapido possono essere limitate, ma esistono tecniche efficaci che utilizzano risorse disponibili in natura. L’immersione di polsi e caviglie in acqua corrente fredda può ridurre rapidamente la temperatura corporea, poiché in queste zone i vasi sanguigni sono vicini alla superficie della pelle.

Panni bagnati applicati su fronte, nuca e polsi creano un effetto di raffreddamento per evaporazione. Se disponete di acqua abbondante, bagnatevi completamente i vestiti: l’evaporazione dell’acqua dal tessuto sottrae calore al corpo. Cercate sempre riparo dal sole diretto e createte ventilazione artificiale usando cappelli, mappe o altri oggetti come ventagli.

Il metodo del “raffreddamento per punti” si concentra sulle zone dove i vasi sanguigni sono più superficiali: tempie, collo, ascelle, polsi e caviglie. Applicare freddo in questi punti può ridurre efficacemente la temperatura corporea anche con risorse limitate.


Il trekking sotto il sole estivo richiede rispetto per la natura e per i limiti del nostro corpo. La preparazione adeguata, l’attrezzatura giusta e la conoscenza dei rischi trasformano una potenziale sfida in un’esperienza gratificante e sicura. Ricordate che la montagna non perdona l’impreparazione, ma premia chi sa affrontarla con saggezza e rispetto.

La montagna d’estate offre esperienze uniche e indimenticabili a chi sa rispettarne le regole. Proteggete il vostro corpo, rispettate l’ambiente e godetevi ogni momento di questa straordinaria avventura sotto il sole.