Sentieri Digitali è una piattaforma web e app mobile interamente dedicata all’escursionismo in Italia, realizzata da Idra srls. Offre la mappatura completa di tutti i sentieri nazionali, ciascuno corredato di scheda dettagliata e scaricabile in KML/GPX. Grazie ai download offline per intere province, ai waypoint geolocalizzati (anche senza connessione) e alle segnalazioni pubbliche con foto, garantisce sicurezza e aggiornamenti costanti. È possibile pianificare itinerari punto-a-punto, sovrapporre layer cartografici, importare tracciati personali e consultare rubriche tematiche sull’outdoor.
QUI trovi approfondimenti e maggiori informazioni sulle caratteristiche principali.
I CONTENUTI DELLA PIATTAFORMA SONO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO  
Vuoi diventare Sponsor di Sentieri Digitali o contribuire alla sua crescita? CONTATTACI
 
Sentieri Digitali
INFO
X
Home » Il telo termico: Un Alleato prezioso per la sicurezza in montagna

Il telo termico: Un Alleato prezioso per la sicurezza in montagna

L'immagine di un telo termico

Il telo termico, conosciuto anche come coperta termica o coperta isotermica, rappresenta uno degli strumenti di sicurezza più semplici ma efficaci che possiamo portare con noi durante le escursioni in montagna. Nonostante il suo peso irrisorio e le dimensioni ridotte quando ripiegato, questo dispositivo può letteralmente salvare una vita in situazioni di emergenza. Per comprenderne appieno l’importanza, dobbiamo esplorare la sua storia, il suo funzionamento scientifico e le sue applicazioni pratiche.

Le origini: dalla conquista dello spazio alle nostre montagne

La storia del telo termico inizia negli anni Sessanta del Novecento, in un contesto molto lontano dalle nostre montagne: i laboratori della NASA. Durante lo sviluppo del programma spaziale americano, gli ingegneri aerospaziali si trovarono di fronte a una sfida complessa. Dovevano proteggere le navicelle spaziali e gli astronauti dalle temperature estreme dello spazio, che oscillano tra i meno duecento gradi centigradi nelle zone d’ombra e i centocinquanta gradi nelle aree esposte al sole. La soluzione fu lo sviluppo di un materiale composito costituito da un sottilissimo strato di plastica (generalmente poliestere o polietilene tereftalato, noto come PET) metallizzato con alluminio attraverso un processo di deposizione sotto vuoto.

Questo materiale innovativo, originariamente chiamato “Mylar”, mostrava proprietà termiche straordinarie grazie alla sua capacità di riflettere fino al novanta percento della radiazione termica infrarossa. Dopo il successo nel programma spaziale, l’industria medica ne intuì rapidamente il potenziale per il trattamento dell’ipotermia e dello shock traumatico. Dagli anni Settanta in poi, il telo termico è diventato un equipaggiamento standard nelle ambulanze, nei kit di pronto soccorso e, naturalmente, negli zaini degli escursionisti di tutto il mondo.

La scienza dietro la protezione: come funziona il telo termico

Per apprezzare veramente l’efficacia del telo termico, dobbiamo comprendere i meccanismi attraverso cui il nostro corpo perde calore. Immaginiamo il corpo umano come una stufa che produce costantemente energia termica attraverso il metabolismo. Questa energia può disperdersi nell’ambiente attraverso quattro modalità principali: la conduzione, ovvero il trasferimento di calore per contatto diretto con superfici fredde; la convezione, che avviene quando l’aria fredda circola intorno al corpo portando via calore; l’evaporazione del sudore dalla pelle; e infine la radiazione, che è l’emissione di energia sotto forma di raggi infrarossi, esattamente come una stufa irradia calore anche senza toccarla.

Il telo termico agisce principalmente contrastando la perdita di calore per radiazione. La superficie metallizzata riflette indietro verso il corpo fino al novanta percento del calore radiante che altrimenti andrebbe disperso nell’ambiente. Pensate a questo processo come a uno specchio per il calore invisibile: così come uno specchio riflette la luce visibile permettendoci di vedere la nostra immagine, il telo termico riflette la radiazione infrarossa mantenendo il calore vicino al corpo.

La struttura del telo è ingegnosamente semplice. Lo spessore totale raramente supera i dodici micron, circa un decimo dello spessore di un capello umano, eppure questo sottilissimo foglio è incredibilmente resistente. Il processo di metallizzazione crea uno strato di alluminio talmente fine da essere trasparente se guardato al microscopio, ma sufficientemente denso da comportarsi come un efficace barriera termica. La base in poliestere fornisce la resistenza meccanica necessaria per sopportare l’uso in condizioni difficili senza strapparsi facilmente.

Caratteristiche tecniche e varianti

I teli termici disponibili sul mercato presentano alcune variazioni importanti che vale la pena conoscere. La versione più comune è bicolore, con un lato argentato e uno dorato. Questa distinzione cromatica non è puramente estetica ma riflette una differenza funzionale sottile. Il lato argentato, che riflette meglio la radiazione solare, viene generalmente posizionato verso l’esterno in situazioni di caldo eccessivo per riflettere il calore del sole lontano dal corpo. Il lato dorato, invece, ha un’emissività leggermente inferiore e viene tradizionalmente considerato più efficace nel trattenere il calore corporeo, quindi viene rivolto verso l’interno in caso di freddo. Tuttavia, è importante sottolineare che nella pratica la differenza di efficacia tra i due lati è minima, e l’aspetto cruciale rimane semplicemente l’utilizzo corretto del telo.

Le dimensioni standard si aggirano intorno ai centocinquanta centimetri per duecentodieci centimetri, sufficienti per avvolgere completamente una persona adulta. Esistono anche versioni più grandi per un uso di gruppo o più piccole per ridurre ulteriormente peso e ingombro, sebbene quest’ultime offrano una protezione meno completa. Il peso tipico oscilla tra i cinquanta e i settanta grammi, meno di una barretta energetica, rendendolo uno degli strumenti di sicurezza con il migliore rapporto efficacia-peso in assoluto.

Alcune versioni più avanzate presentano rinforzi agli angoli, permettendo di creare un riparo improvvisato legandolo tra gli alberi o fissandolo con picchetti. Altri modelli incorporano un cordino perimetrale che facilita la chiusura del telo intorno al corpo, riducendo gli spifferi d’aria che potrebbero compromettere l’isolamento termico.

L’Utilizzo Corretto: Una Questione di Vita

Sapere come utilizzare correttamente un telo termico può fare la differenza tra una situazione gestibile e un’emergenza grave. Il primo principio fondamentale è che il telo funziona meglio quando crea una barriera completa tra il corpo e l’ambiente esterno. Semplicemente drappeggiarlo sopra le spalle come una mantella offre una protezione minima. L’approccio corretto prevede di avvolgere completamente il corpo, come se ci si stesse preparando per andare a letto in un sacco a pelo, assicurandosi che tutte le aperture siano chiuse per minimizzare la circolazione d’aria.

L’inverno in montagna crea condizioni in cui il telo termico diventa uno strumento di sopravvivenza fondamentale. Le temperature possono precipitare rapidamente, specialmente con l’arrivo della sera o in caso di cambiamenti meteorologici improvvisi. Il vento aumenta drammaticamente la velocità di perdita di calore attraverso il cosiddetto “wind chill“, o fattore di raffreddamento eolico. Un’escursione che sembrava tranquilla può trasformarsi in un’emergenza se ci si perde, se qualcuno si infortuna impedendo al gruppo di proseguire, o se le condizioni meteorologiche cambiano impedendo il ritorno al rifugio o all’auto prima del buio.

In questi scenari, il telo termico offre una protezione immediata contro l’ipotermia.

Il telo può anche essere utilizzato per creare un riparo di emergenza. Steso tra gli alberi o appoggiato contro una parete rocciosa e fissato con pietre o neve, crea un ambiente parzialmente protetto che riduce l’esposizione diretta al vento. All’interno di questo riparo improvvisato, anche senza altre fonti di calore, la temperatura può essere diversi gradi superiore rispetto all’esterno, sufficienti per rallentare significativamente l’insorgenza dell’ipotermia.

Consigli pratici e limiti

Il telo termico non dovrebbe essere considerato esclusivamente come strumento di emergenza da estrarre solo in situazioni critiche. Integrarlo intelligentemente nella routine escursionistica può migliorare significativamente il comfort e la sicurezza. Durante il bivacco notturno in quota, anche all’interno di un sacco a pelo, aggiungere un telo termico come strato esterno può aumentare notevolmente il calore trattenuto.

Come telo da terra, può isolare da terreni freddi o umidi durante le pause. Anche se non offre il comfort di un materassino, fornisce una barriera contro l’umidità e riduce la perdita di calore per conduzione attraverso il suolo.

Nonostante la sua apparente fragilità, un telo termico ben curato può durare per molti anni e numerose escursioni. La chiave è maneggiarlo con ragionevole cura. Quando lo si ripiega dopo l’uso, evitare di creare pieghe nette sempre negli stessi punti, poiché queste zone diventano punti di debolezza dove il materiale può eventualmente lacerarsi. È preferibile ripiegarlo in modo leggermente diverso ogni volta, distribuendo lo stress meccanico.

Il telo termico ha limiti importanti che devono essere compresi. Non fornisce protezione contro la pioggia persistente, poiché non è completamente impermeabile e la condensazione interna può accumularsi rapidamente. Non sostituisce un abbigliamento adeguato o un equipaggiamento appropriato per le condizioni previste.

La vera forza del telo termico risiede nella combinazione di leggerezza, compattezza ed efficacia. La sua presenza nello zaino è un piccolo peso che porta con sé una grande tranquillità, sapendo di avere uno strumento efficace per affrontare le emergenze termiche che le montagne possono presentare in qualsiasi stagione.